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 CALDERONE 2012
Rassegna teatrale di generi vari
dal 6 al 15 luglio 2012

 

TUTTI GLI SPETTACOLI SONO A INGRESSO GRATUITO

 

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Organizzazione

COMUNE DI TREVIOLO

 

 

 

Direzione artistica

GRUPPO TEATRO FRAGILE

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Informazioni

 

Gruppo Teatro Fragile
tel. 035.69.33.17 ▪ 339.53.93.461
e-mail direzione@teatrofragile.it
sito www.teatrofragile.it

Biblioteca Comunale di Treviolo “Lanfranco da Albegno”
tel. 035.69.39.16

sito www.bibliotecatreviolo.org/news/2011-07/

 

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Dove siamo

 

· Il Cortile della Biblioteca di Treviolo si trova in Viale Papa Giovanni, 34/38  guarda la mappa

· Lo spettacolo di strada di Treviolo si svolge a partire dalla piazza principale del paese, Piazza Mons. Benedetti guarda la mappa

· Lo spettacolo di strada di Albegno si svolge nella piazza della chiesa, Piazza Conciliazione guarda la mappa

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Presentazione

 

 

La rassegna teatrale “Calderone 2012”, giunta alla sua sedicesima edizione, è diventata un appuntamento fisso da tutti noi atteso con entusiasmo e che anche quest'anno non manchiamo di riproporvi.

Abbiamo cercato di offrire una programmazione creata con una speciale attenzione alla centralità dello spettatore, con la speranza di aver proposto una rassegna teatrale capace di rimanere, al tempo stesso, attuale e fedele alla propria identità.

 La scelta degli spettacoli viene orientata, da sempre, alla soddisfazione del pubblico, proponendo una programmazione che non vuole essere autoreferenziale ma un Luogo magico di incontro con l’altro e di confronto con sé stessi, in cui lo spettatore, tra riflessione, divertimento ed evasione, può ritrovare un po’ di sé, della sua società e del suo tempo in un teatro che non passa mai di moda.

 Con questo obbiettivo vogliamo continuare a sostenere il valore del teatro lavorando sempre al massimo livello con l’ospitalità di produzioni teatrali, proprio a sottolineare il fatto che il teatro è vivo e  che la crisi si può combattere con la qualità e i contenuti.

Che si apra il Sipario… 

 

Fabiano Zanchi – Assessore “Qualità della vita”
comune di Treviolo

 

 

Nove spettacoli teatrali di generi vari e a ingresso gratuito, tutte le sere dal 6 al 15 luglio a Treviolo. Questa è la formula ormai rodata con la quale si propone la sedicesima edizione di Calderone, per ribadire e consolidare il successo di presenze e qualità di una manifestazione ormai tradizionale nel panorama ricreativo e culturale dell’estate bergamasca. La rassegna nasce dall’importante impegno logistico e finanziario del comune di Treviolo e del Gruppo Teatro Fragile, che cura anche la direzione artistica.

Il programma di quest’anno si richiama ancora alla filosofia ormai nota: offrire a un pubblico spesso lontano dall’arte scenica una panoramica della realtà teatrale contemporanea meno istituzionale. Presentando lavori che coniugano la serietà della ricerca espressiva e di contenuti con l’originalità e la piacevolezza, si alternano dunque presenze di artisti già ospitati a nuove proposte. Un esempio, insomma, di divulgazione del teatro come occasione di aggregazione sociale e di riflessione collettiva.

Le proposte di quest'anno iniziano alla grande venerdì 6 nella piazza di Albegno con “Valse”, lo spettacolo del Teatro Tascabile di Bergamo sul valzer, con le suggestioni, i virtuosismi, le acrobazie e i rimandi leopardiani tipici di questa compagnia. Sabato 7 iniziano le rappresentazioni da palco, con Alberto Nicolino che ci propone “Orlando furioso raccontato dal mago Atlante”, un monologo tra fantasia visionaria, esaltazione e ossequiosa ironia nei riguardi di uno dei capolavori della nostra letteratura. Domenica 8 si torna in piazza, questa volta a Treviolo, con le eteree e suggestive immagini dei corpi bianchi di “Suggestioni barocche” del Silence teatro. Dopo la pausa di lunedì 9, martedì 10 rieccoci sul palco con “Il Pinocchio Ready MADE”, raccontato e suonato tra lettura espressiva e melologo dal delle Ali. Mercoledì 11 un graditissimo ritorno a Calderone , dopo 8 anni, del grande César Brie con “120 chili di jazz” a regalarci un monologo comico che è anche un distillato puro del lavoro dell'attore. Salto di genere vertiginoso giovedì 12, con una simpatica commedia dialettale bergamasca: “La passiènsa del sciur preòst” della Compagnia F.O.M. di Mozzo.

Il giorno dopo, giovedì 13, Campo teatrale ci propone “Mai + xsi”, uno spettacolo divertente e suggestivo sul cruciale tema dei diritti dei bambini. Seguirà sabato 14 “In certe righe di petali” del Gruppo Teatro Fragile, una storia strampalata di “donne, cavallier, arme e amori” come pretesto per riflettere su pace e guerra. Tra canzoni e siparietti teatrali invece domenica 15, ecco il Teatro due mondi con “Ay l’Amor!”, cui affidare un commiato sognante e amoroso ai nostri affezionati spettatori.

 

Carlo D’Addato – direttore artistico

 

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Programma

 

Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito
e si svolgono alle 21.30.

 

In caso di pioggia, gli spettacoli di strada sono annullati e quelli nel giardino della biblioteca di Treviolo sono spostati nell'attigua palestra

 

 

Clic sul titolo dello spettacolo per vederne la scheda

venerdì 6 luglio – ore 21.30

Piazza di  Albegno

Teatro Tascabile di Bergamo

Valse

 

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sabato 7 luglio – ore 21.30

Giardino biblioteca di Treviolo

Alberto Nicolino

Orlando furioso raccontato dal mago Atlante

 

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domenica 8 luglio – ore 21.30

piazza di Treviolo

Silence teatro

Suggestioni barocche

 

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martedì 10 luglio – ore 21.30

Giardino biblioteca di Treviolo

Delle Ali

Pinocchio REady Made

 

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mercoledì 11 luglio – ore 21.30

Giardino biblioteca di Treviolo

César Brie

120 chili di jazz

  

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giovedì 12 luglio – ore 21.30

Giardino biblioteca di Treviolo

Compagnia F.O.M. di Mozzo

La pasiensa del sciur preost

 

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venerdì 13 luglio – ore 21.30

Giardino biblioteca di Treviolo

Campo teatrale

Mai + xsi

 

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sabato 14 luglio – ore 21.30

Giardino biblioteca di Treviolo

Gruppo Teatro Fragile

In certe righe di petali

 

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domenica 15 luglio – ore 21.30

Giardino biblioteca di Treviolo

Teatro Due Mondi

Ay l’Amor

 

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Gli spettacoli

 

Valse

 

Teatro Tascabile di Bergamo

 

Regia di Renzo Vescovi

 

Valse è uno spettacolo in spazi aperti costruito intorno ad una categoria-mito della cultura sociale europea, il valzer appunto.

In questa danza si condensano, come è noto, elementi antropologici e cosmologici: il giro come smarrimento ipnotico, ma anche omologia pitagorica con la rotazione delle sfere celesti (la sua sintesi suprema, a livelli vertiginosi, è rintracciabile nei dervisci tourneurs della mistica sufi); sociali: attraverso la sua pratica si registra e favorisce fra l'altro l'avvento e l'autonomia della coppia, e storici: il finis Austriae ha avuto il suo lancinante epitaffio in un capolavoro di Ravel, La Valse, con il quale flirta, con scherzosa discrezione, il titolo dello spettacolo.

Il contesto è dunque imponente: il TTB ha tentato nel corso del tempo, secondo le abituali lunghe scansioni dei suoi lavori, una serie di approcci il cui esito viene ora proposto nella sua edizione integrale. Essa innesta nel mito popolare del valzer, la sua vorticante leggerezza, lo scintillio degli sguardi e la schermaglia dei sorrisi, un'armatura lirico-drammaturgica che registra il valzer come simbolo dell'opzione estetica (di danza delle emozioni, e del suo riflesso culturale, l'opera d'arte) della cultura occidentale (maggioritaria dopo l'avvento del Moderno) con le accensioni e le catastrofi che l'accompagnano.

Un filo rosso, come quello delle gòmene della Marina inglese, ne attraversa la tessitura: una bambina inquieta, sfuggita alla sorveglianza dell'abate precettore, spalanca i grandi occhi sul mondo degli adulti al gran ballo; una scimmia stolida e sorniona la tenta con la sua palla d'oro.

I trampoli, che del teatro in spazi aperti sono un accessorio ormai classico, dilatano il concerto dei décolletés, dei tulle e degli smoking in un vortice onirico-fiabesco evocato come possibile reazione alla grigia atmosfera che ristagna sulla plumbea palude della nostra vita culturale.

 

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Orlando furioso
raccontato dal mago Atlante

 

Alberto Nicolino

 

di e con Alberto Nicolino - costumi Dora Argento - Alcuni passi sono tratti da Hruodlandus di Enrico Messina e Alberto Nicolino

 

Un attore per quattro personaggi. 

Indossa mantelli, imbuti, scodelle di metallo. Si muove come un pupo. Cambia voce e diventa Atlante. Da mago si trasforma in Orlando, Rodomonte e Astolfo, racconta di Angelica, Doralice, Carlo Magno, Isabella, Orrilo... 

L'Orlando Furioso è un appassionante labirinto di immagini e storie in cui ognuno dei protagonisti insegue invano un oggetto, una donna, un nemico. E' il mago Atlante, nella versione teatrale, ad accogliere il pubblico tra le pagine del poema. E' lui a condurre e a narrare le vicende. Ma non a controllare i destini in gioco. L'unico in grado di tirare le fila sta fuori dal poema ed è, naturalmente, il poeta, Ludovico Ariosto. "Qui dentro" protesta Atlante contro il suo autore "siamo costretti a vivere sotto la dittatura della Fortuna, che determina ogni cosa! Tutti si muovono in modo prefissato, come pupazzi in una scacchiera!" Ma dietro alle corazze lucenti, tra le pieghe delle inutili e roboanti imprese, si intravedono le sofferenze d'amore. L'unico ad accorgersene è proprio Atlante, però i suoi poteri finiscono qui.  E' un mago che non controlla un bel niente e le sue magie sono trucchi da quattro soldi.

 

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Suggestioni barocche

 

Silence teatro

 

Regia: Luigi Pezzotti

 

Suggestioni Barocche, un viaggio nel tempo e nei sentimenti.

Vestiti con eleganti abiti di foggia secentesca, il volto e il capo coperti di argilla bianca, una decina di attori attraversa la città con leggerezza, capaci di creare un'atmosfera di assorto silenzio, di stupito incantesimo.

In un procedere di contrappunti e fughe, gli attori vivono la città (con le sue vie, le fontane, i monumenti, gli edifici...) ricreandola e trasformandola in una dimensione magica e atemporale, in un intarsio mitico e favoloso.

L'azione scenica non è costruita solo attorno ai luoghi e alle cose, ma anche intorno alle emozioni e agli atti emotivi, come l'amore, la gelosia, il bacio, il riso... che gli attori affrontano con ironia, ora lieve, ora marcata. E il sentimento, enfaticamente simulato, è come gridato nella fissità delle figure in posa, nelle iperboli, nelle metafore.

La parola lascia il posto alla pura immagine, capace di suscitare emozioni e di evocare atmosfere ora sensuali, ora giocose, ora tenui e malinconiche.

 

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Pinocchio REdyMADE

 

Delle Ali

 

Collodi 1883 – Cassinotti 2008

Antonello Cassinotti (voce, ready made)

Alberto Forino (piano)

 

Nell’impossibilità di leggerlo tutto, in pubblico, ma con l’intenzione di non ovviare nessun accadimento, ho lavorato ad una sorta di asciugatura del testo. L’ho stringato, frase per frase, fedelmente. Non manca nessun personaggio, dalla lumaca alla finestra al serpente che esplode dalle risate. Paradossalmente l’ho tradito ma rispettato nello stesso tempo. Propongo una lettura, mi si conceda il termine, interattiva, facendo scegliere al pubblico quale capitolo leggere senza ordine di continuità (il numero e non l’argomento). Letto il primo capitolo e dopo una dozzina o poco più di capitoli, confidando che il pubblico sia in grado di ricostruire da solo il resto della storia si passa all’ultimo.

Prendendo spunto dalle didascalie che usava segnalare Erik Satie nelle sue composizioni (…come burrasca in tempi di foxtrot, delicatamente come in tempo di sonno… ecc.) ogni capitolo trova, nelle improvvisazioni di Alberto Forino, un umore o colore musicale differente che influenza e interagisce con la lettura.

Questa modalità fa si che chi assiste alla rappresentazione abbia la netta percezione di vivere una serata irripetibile. Il risultato è surreale, leggero, affascinante, crudo e divertente nello stesso tempo. Una lettura, dal carattere fortemente teatrale, dove viene data voce e carattere a tutti i personaggi grazie a sfumature timbriche e attitudine. Le sonorità della voce e dell’accompagnamento rendono la lettura fortemente evocativa, e per questo la si può considerare una RIlettura radiofonica.

 

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120 chili di jazz

 

César Brie

 

di e con César Brie - produzione Cesar Brie - Arti e Spettacolo 

 

Ciccio Méndez vuole entrare ad una festa per vedere la sua innamorata (che non sa di esserlo). Decide così di fingersi contrabbassista del gruppo jazz che allieterà la serata. Méndez non sa suonare il contrabbasso, ma con la sua voce da uomo delle caverne imita alla perfezione il suono delle corde. Dietro questo racconto si celano tre amori. L’amore non corrisposto per una donna per la quale si finirebbe all'inferno; l’amore per il jazz, che aiuta Ciccio Méndez a sopportare la sua immensa solitudine, e l’amore per il cibo, nel quale Ciccio trova brevi e appaganti rifugi e consolazioni. Ciccio Méndez non è mai esistito. Nasce dalla cattiva abitudine di due amici robusti che ho perso di vista i quali, seduti ai miei fianchi in una classe del Colegio Nacional Sarmiento a Buenos Aires, mi facevano fare la parte del prosciutto nel panino, schiacciandomi in mezzo a loro. 

 

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La passiènsa del sciur preòst

Commedia in due atti di Luigi Galli

 

Compagnia F.O.M. di Mozzo

 

Con: Mario Maestroni, Luisa Passera, Rosa Gamba, Nicoletta Cortinovis, Vincenzo Sirtoli, Angela Barossi, Daniela Brena, Michele Mazzola, Ivana Mosca, Giusi Nava, Filippo Bonati, Renato Gavazzeni, Pierino Locatelli - Scene: C. e M. Mazzola - Trucchi e costumi: S. Gambarara - Trovarobe: G. Filisetti - Suggeritore: S. Mazzola - regia: Vittorio Rota

 

La storia è la ricorrenza dell’anniversario di ordinazione del parroco di paese. Naturalmente in questa trama non si possono dimenticare tutte le persone che passano per la canonica. Dalla signora che gestisce il bar dell’oratorio, alla ragazza che dà una mano come segretaria, al sagrestano, alle amiche della madre che fa anche da perpetua, ai genitori dei bambini che si preparano alla prima comunione. Insomma, tutte le persone che possono avere bisogno del parroco, ma che non pensano mai che il parroco potrebbe avere bisogno di loro per il restauro dell’altare della Madonna, oppure per le prediche della domenica da preparare.

Per l’anniversario le suore della scuola materna vogliono preparare una sorpresa al parroco, insegnando ai bambini una canzoncina per festeggiarlo...

Insomma, intorno al nostro prete si muove la caricatura dei personaggi che si possono trovare in ogni parrocchia, con i loro difetti e i loro pregi.

 

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Mai + xsi

 

Campo Teatrale

 

Con: Marco Colombo Bolla, Deborah Ferrari, Donato Nubile - Drammaturgia e regia: Caterina Scalenghe - Voce recitante: Carmen Piga - Videoproiezioni e grafica: Michele Migliarini, Chiara Mironici - Sound Design: Avatara

 

“Abbiamo bisogno di sapere che i bambini hanno dei diritti? Abbiamo bisogno che sia una Convenzione ONU a ricordarcelo? Come è possibile che sia stato necessario scrivere che un bambino ha diritto di vivere, di avere un nome, di non essere rapito, di non essere abusato?”

Il 27 maggio del 1991 l’Italia ratifica la Convenzione sui diritti dell’infanzia, ma dopo 20 anni molti dei suoi principi restano ancora semplici dichiarazioni di intenti, privilegi di pochi, mentre per molti bambini, anche nel nostro Paese, la negazione di questi diritti è norma di vita.

Spetta agli adulti assicurare ai bambini felicità, salute e sicurezza.

E’ opportuno che i principi della convenzione siano alla base di istituzioni fondanti quali la scuola e la famiglia, non solo perché quei diritti vengano rispettati, ma perché si radichino in ognuno come parte della propria coscienza individuale.

Se solo imparassimo a vedere anche nei più piccoli una persona che va rispettata nella sua umanità, contribuiremmo a rendere gli adulti di domani individui in grado di esercitare in piena autonomia le proprie responsabilità civili, sociali, umane.

Con il linguaggio del corpo, le immagini e la tensione emotiva delle storie narrate, ci siamo calati in un tragicomico viaggio alla ricerca di questi diritti negati, calpestati, persi.

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In certe righe di petali

 

Gruppo Teatro Fragile

 

Con: Sabina Ballerini, Francesca Busi, Luca Cammarata, Carlo D’Addato, Nicoletta Freti, Luisa Limonta, Adriano Robecchi, Silvia Sonzogni – Costumi: Giusi Piazza – assistente alla regia: Pierangela Cattaneo – testo e regia: Carlo D’Addato

 

La storia di questo spettacolo prende le mosse dall’improbabile incontro tra alcuni personaggi ormai archetipi della nostra cultura: Don Chisciotte, Sancho Panza, Dulcinea, Antigone e il Cavaliere inesistente. Lo scenario è duplice: da una parte la guerra, dove i soldati consumano l’orrendo rito dell’annientamento reciproco e della devastazione e, dall’altra, il consesso amoroso, dove i personaggi cercano nella dolcezza dei sentimenti il senso della propria esistenza.

L’ipotesi attraverso la quale tentiamo di provocare una riflessione negli spettatori è che, in fin dei conti, deve esistere un denominatore comune tra queste situazioni estreme di amore e di odio, il quale racchiude l’idolo bifronte della vita e della morte. 

 

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Ay l’Amor!

 

Teatro Due Mondi

 

Regia: Alberto Grilli — direzione musicale e musiche originali: Antonella Talamonti — con:  Monica Camporesi, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Andrea Valdinocci, Renato Valmori — foto: Stefano Tedioli — grafica: Marilena Benini

 

A cantare e raccontare l’amore ci sono i sei personaggi in scena, Angeli Custodi che ci introducono ai temi delle canzoni attraverso episodi e riflessioni che scorrono davanti agli occhi degli spettatori come fossero istantanee incollate sull’album di fotografie della loro vita.

Una complessa sequenza di canti (voci del repertorio della tradizione del sud Italia e composizioni create sul tema dell’amore) ci conduce nelle vicende umane che l’Amore crea e guida e che gli attori del Teatro Due Mondi mettono in scena nello spazio aperto della piazza.

Gli attori salgono e scendono scale che li elevano sopra le teste degli spettatori, indossano maschere bifronti che mostrano dietro volti immobili, facce di bambole inanimate, grottesche nella loro fissità.

Visi ed espressioni moltiplicate danno vita a prospettive sorprendenti e i personaggi, così come è nella vita reale, possiedono due volti, o forse più di due: la gioia e il dolore, la conquista e l’abbandono, la speranza e la delusione, la vita e la morte.

Tableaux vivants si formano sul fondo delle canzoni, le azioni coreografiche e le gag che legano i personaggi si compongono e si disfano, comiche situazioni si alternano a intensi momenti poetici.

Le canzoni si alternano a semplici azioni sceniche che ci aiutano, senza parole, a capire le situazioni, a immaginare i racconti, a riconoscere e rivivere da spettatori la nostra storia, le nostre emozioni.

Ogni tanto la vita reale, fatta anche di altri amori e di altre passioni (politiche?) affiora e prende forma, ma viene immediatamente trasfigurata in metafora d’amore per un uomo, una donna.

 

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