"INVENDICATI"
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Con Sara Alborghetti, Stefano Asperti, Giovanni Bertocchi, Rita Mazzara, Mariella Tomaselli drammaturgia e regia Carlo D’Addato
Da
sempre negli spettacoli del Teatro Fragile si raccontano piccole storie
personali ma che, secondo noi, sono rivelatrici di aspetti determinanti della
contemporaneità. Negli ultimi anni, questa ricerca drammaturgica si è
realizzata in un preciso percorso: gli attori stessi, attraverso il recupero
del loro vissuto personale, concorrono a incastonare storie nel mosaico della
grande e misconosciuta mitologia del presente.
Un
ponte più o meno precario tra il nostro microcosmo e la letteratura “colta”,
tenta a sua volta di dare un respiro universale alle vicende riportate
all’attenzione degli spettatori. In questo caso, lo spunto letterario alla
base della storia che mettiamo in scena è (molto liberamente) preso da un
celebre racconto di Franz Kafka.
Quattro
personaggi tentano di entrare al cospetto della legge. Ognuno di essi porta
con sé una supplica che contiene un’ingiustizia subita o un’oppressione di
cui è stato testimone. La custode del potere si guarda bene dal permettere
loro di entrare, ma lascia che denuncino le proprie afflizioni: la miseria,
la guerra, la disperazione amorosa, l’alienazione.
La
guardia ascolta tutto e rassicura i quattro postulanti: vendetta ci sarà.
Tuttavia, dalle sue parole, si può percepire quanto la nemesi promessa sia
illusoria, come una fiaba antica in cui è la magia del soprannaturale a
risolvere la tragedia, oppure la vendetta consumata non pone riparo all’offesa
subita.
Ma
tanto basta al potere per conservare la propria supremazia e rivelarsi come
il gran burattinaio delle coscienze.
I
postulanti sembrano comunque soddisfatti nell’apprendere di essere sudditi di
un potere tanto magnifico e magnanimo. Solo quando tutto sembra riordinato,
un sospetto pare balenare: il loro viaggio al cospetto della legge è stato il
rito previsto e dettagliatamente disciplinato di una liturgia che ha come
scopo la conservazione del potere. |
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