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 CALDERONE 2014
Rassegna teatrale di generi vari
dal 14 al 22 luglio 2014

 

TUTTI GLI SPETTACOLI SONO A INGRESSO GRATUITO

 

Organizzazione

COMUNE DI TREVIOLO

 

 

 

Direzione artistica

GRUPPO TEATRO FRAGILE

· Informazioni

· Dove siamo

· Presentazione

· Programma

· Locandina (PDF)

· Opuscolo (PDF)

· Articolo di presentazione sulla stampa locale (PDF)

Informazioni

 

Gruppo Teatro Fragile
tel. 035.69.33.17 ▪ 339.53.93.461
e-mail direzione@teatrofragile.it
sito www.teatrofragile.it


Biblioteca Comunale di Treviolo “Lanfranco da Albegno”
tel. 035.69.39.16

sito www.bibliotecatreviolo.org

www.comune.treviolo.bg.it/biblioteca

 

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Dove siamo

 

Il giardino della Biblioteca di Treviolo si trova in Viale Papa Giovanni, 34/38  guarda la mappa

 

Lo spettacolo di strada di Treviolo si svolge a partire dalla piazza principale del paese, Piazza Mons. Benedetti guarda la mappa

 

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Presentazione

 

La rassegna teatrale Calderone giunge quest’anno alla sua diciottesima edizione.

Si può dire che diventi maggiorenne e lo faccia grazie al contributo di tante persone.

Sicuramente grazie al Gruppo Teatro Fragile, anima della manifestazione, e a Carlo D’Addato che con passione e competenza ne cura la Direzione Artistica.

Grazie a Viviana Vitari, Responsabile del Settore Qualità della vita, servizi culturali e biblioteca, e all’Ufficio Tecnico che ne seguono la parte di competenza dell’Amministrazione Comunale.

Grazie alla precedente Amministrazione che ha sempre sostenuto lo svolgimento di questa manifestazione, anche in un periodo di grave crisi economica.

Già, la crisi. Molto spesso in nome di quest’ultima si sacrificano attività culturali, artistiche e ricreative. Come se tutto ciò fosse superfluo ed inutile.

In realtà l’uomo e le comunità civili, in tutti i tempi e a tutte le latitudini, sentono forte il bisogno di qualcosa di bello, qualcosa di nobile, come diversivo e via di fuga rispetto alle tante difficoltà e alle tante “brutture” che la vita quotidiana propone.

In questa chiave la “maggiore età” della rassegna Calderone assume ancora più importanza e più valore, e ci auguriamo che possa incontrare il più vasto consenso e gradimento da parte della popolazione.

 

Godetevi lo spettacolo!

 

Andrea Benedetti – Vice Sindaco – Assessore alla Cultura, biblioteca e manifestazioni

 

 

 

Nove spettacoli teatrali di generi vari e a ingresso gratuito, tutte le sere dal 14 al 22 luglio a Treviolo. Questa è la formula ormai rodata con la quale si propone la diciottesima edizione di Calderone, per ribadire e consolidare il successo di presenze e qualità di una manifestazione ormai tradizionale nel panorama ricreativo e culturale dell’estate bergamasca. La rassegna nasce dall’importante impegno logistico e finanziario del comune di Treviolo e del Gruppo Teatro Fragile, che cura anche la direzione artistica.

Il programma di quest’anno si richiama ancora alla filosofia ormai nota: offrire a un pubblico spesso lontano dall’arte scenica una panoramica della realtà teatrale contemporanea meno istituzionale. Presentando lavori che coniugano la serietà della ricerca espressiva e di contenuti con l’originalità e la piacevolezza, si alternano dunque presenze di artisti già ospitati a nuove proposte. Un esempio, insomma, di divulgazione del teatro come occasione di aggregazione sociale e di riflessione collettiva.

Le proposte di quest'anno iniziano soavemente lunedì 14, sul palco nel giardino della biblioteca di Treviolo, con “Fiatone (Io e la bicicletta)”, spettacolo comico del duo Luna e Gnac sulle gioie e dolori del viaggiare in bicicletta. Martedì 15, avremo invece Andrea Beretta che ci propone un esempio di teatro civile con “La bomba che non fa rumore”,  monologo sulla tragedia dell'inquinamento da amianto. A metà strada tra comicità e riflessione sull’attualità, ecco mercoledì 16 la compagnia La pulce con “Il circo delle illusioni” spettacolo imperniato tema del gioco d'azzardo. Giovedì 17 tocca a noi del Gruppo Teatro Fragile presentare il nuovo spettacolo “Ma se fosse amor… (Cronaca teatrale di Narciso)”, in cui si narra uno dei più noti miti classici, proponendone però delle chiavi interpretative originali. Venerdì 18 è la volta del sassarese Maurizio Giordo con uno spettacolo ispirato a Dario Fo dal titolo “Com'è nato il giullare?”, in cui si alternano giocoleria, recitazione, musica e gag. Non poteva mancare, come ogni anno, una commedia dialettale bergamasca, in questo caso, per sabato 19, “La locanda del bech” della compagnia I alegher di Urgnano, scritta da loro regista Gigi Radavelli. Domenica 20 ci si traferisce nella piazza di Treviolo, dove la compagnia Faber Teater propone “Parada”, spettacolo itinerante di teatro e musica di strada. Ritorno di lusso sul palco del giardino della biblioteca per la sezione conclusiva della rassegna, che vede lunedì 21 luglio César Brie con “Solo gli ingenui muoiono d'amore”, Monologo ironico e drammatico sulla scoperta della dimensione amorosa. Il commiato al pubblico di Calderone spetta anche questa volta al Teatro due mondi, che propone “Cuore”, una rilettura di De Amicis tra attori, pupazzi e temi che ricorrono nelle storie di ieri e di oggi.

Insomma, vale la pena esserci!

Carlo D'Addato - direttore artistico

 

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Programma

Tutti gli spettacoli…

·    Sono a ingresso gratuito

·    Si svolgono alle 21.30

 

In caso di pioggia, tutti gli spettacoli sono spostati nell'attigua palestra

lunedì 14 luglio

Giardino biblioteca di Treviolo

Luna e Gnac

Fiatone

sabato 19 luglio

Giardino biblioteca di Treviolo

I Alegher

La locanda del bech

martedì 15 luglio

Giardino biblioteca di Treviolo

Andrea Beretta

La bomba che non fa rumore

domenica 20 luglio

Piazza Mons. Benedetti di Treviolo

Faber Teater

Parada

mercoledì 16 luglio

Giardino biblioteca di Treviolo

La Pulce

Il circo delle illusioni

lunedì 21 luglio

Giardino biblioteca di Treviolo

César Brie

Solo gli ingenui muoiono d'amore

giovedì 17 luglio

Giardino biblioteca di Treviolo

Gruppo Teatro Fragile

Ma se fosse amor...

martedì 22 luglio

Giardino biblioteca di Treviolo

Teatro Due Mondi

Cuore

venerdì 18 luglio

Giardino biblioteca di Treviolo

Maurizio Giordo

Com'è nato il giullare?

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Fiatone
(Io e la bicicletta)

Luna e Gnac

 

con Michele Eynard, Federica Molteni e una bicicletta – regia di Carmen Pellegrinelli - Una produzione Luna e GNAC Teatro Residenza Teatrale Initinere

 

 

“Che la bicicletta non stia in piedi da sola e che abbia bisogno di qualcuno che la sorregga: questo fa di essa una macchina commovente”

Mauro Parrini

 

Italo è un normale automobilista urbano. Ogni giorno va al lavoro in macchina e torna dal lavoro in macchina, contribuendo ad alimentare l’Eterno Ingorgo.

Poi un giorno tutto cambia. Per un incredibile scherzo del destino, dall’oggi al domani, l’automobile gli è preclusa. Che fare? Coi mezzi pubblici è un delirio. Ma in cantina è sepolta una vecchia bicicletta…

Uno spettacolo per raccontare il percorso di formazione di un ciclista urbano, uno che adotta la bicicletta come principale mezzo di trasporto, con qualsiasi tempo e su qualsiasi tragitto, per necessità e poi per scelta, sfidando un tracciato di viabilità pensato solo per il traffico automobilistico, e sfidando una cultura urbana in cui l’auto è data semplicemente per scontata.

I due mondi opposti, gli opposti profili psicologici, e gli opposti punti di vista sulle Questioni della Vita, quello dell’automobilista e quello del ciclista, tra ingorghi, piste ciclabili, forature, salite e discese, infrazioni e intemperie, vengono a collidere comicamente attraverso le tappe di questa esperienza di cambiamento.

Il Fiatone del titolo lo si ritrova in pieno in uno spettacolo che sposta sul piano del gioco fisico tutti i rivoluzionamenti mentali che il passaggio dall’auto alla bicicletta comporta. Il corpo riscoperto, con le sue fragilità, le sue necessità, la sua fatica e la sua esultanza è il protagonista assoluto di questa storia.

 

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La bomba che non fa rumore
(spettacolo sull’amianto)

Andrea Beretta

 

di e con Andrea Beretta

 

 

 “...i ragazzini sulle rive del Po giocano a rotolarsi in questo polverino, in questa sabbia bianca. Poi se ne tornano a casa tutti infarinati. Con i vestiti dello stesso colore delle tute da lavoro dei papà, che a mezzogiorno rincasano dalla fabbrica e si siedono a tavola con la famiglia per pranzare tutti insieme, senza neanche essersi tolti gli abiti da lavoro. In quel paese la vita è bella, la gente è felice. Lavora per vivere e vive serena”.

 

La Bomba Che Non Fa Rumore è uno spettacolo di teatro di narrazione nato attorno al problema amianto, concentrandosi sulla vicenda Eternit-Casale Monferrato. Attraverso la vicenda di due famiglie, due figli e due vite separate, si sviluppa il dramma vittima-carnefice portato alle estreme conseguenze con la sentenza sul più grande processo penale al mondo per le morti causate da amianto. Il primo vedrà la propria vita spezzata dalle nefandezze del secondo, il capitalista, che spinto all'eccesso per raggiungere fama e potere, non tiene conto del sacrificio di molti. Piercarlo, impiegato di banca, è una vittima inconsapevole. Lui non ha mai messo piede in fabbrica ma si ammala comunque a causa di quella polvere d'amianto presente nell'aria. Sua moglie sarà tra i primi ad esporre pubblica accusa contro la fabbrica Eternit. Stephan è Mr Eternit. Attraverso verità e fantasia si delinea un quadro sul male che ha infestato Casale Monferrato e l'Italia intera dal dopoguerra ad oggi. Si tratta di uno spettacolo nuovo, nato con l'intento di sensibilizzare il pubblico su un problema ecologico e ambientale.

 

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Il circo delle illusioni

La Pulce

 

di e con Filippo Arcelloni, Enzo Valeri Peruta

 

Affidarsi alla fortuna, lasciarsi incantare dalle “sirene” che promettono grandi vincite, provare a dare una svolta alla propria vita. E’ difficile resistere a queste tentazioni, specialmente in un periodo economicamente e socialmente critico. Per questo l’industria del gioco d’azzardo è la terza in Italia per fatturato. Strategie e meccanismi perversi che irretiscono i potenziali giocatori; a farne le spese le persone più fragili, sempre loro, tra queste anche i minori. Ragazzi che si avvicinano per svago, ma sempre attratti dalla possibilità di fare soldi facilmente. Il Circo delle Illusioni spopola in tutta la nazione; tutti sono chiamati a giocare, ma vincere si rivelerà impresa ardua. Pensieri magici e illogici difficili da superare, informazioni fuorvianti dei media, errata percezione delle probabilità di vincita. Ostacoli al raggiungimento della meta. I fratelli crudeltà sono desiderosi di realizzare i sogni del pubblico. Molti giocatori, un solo vincitore che si aggiudicherà l’ambito premio. Ma per vincere bisogna rischiare… quale è il limite? Come per gli altri spettacoli della compagnia sulle dipendenze giovanili (alcol, droghe), il tema viene affrontato con un approccio comico, a tratti surreale, sempre provocatorio. Anche questo progetto vede il coinvolgimento di psicologi, psichiatri, operatori del settore. Nato in collaborazione con l’ASL di Bergamo (dott. M. Riglietta, dott. L. Biffi, dott. A. Noventa – Dipartimento Dipendenze), il percorso si è arricchito della collaborazione con esperti che si occupano della dipendenza da gioco d’azzardo e intervengono nella cura delle forme patologiche. Tra questi, dott. M. Avanzi (SERT di Piacenza) e dott. U. Caroni (Centro Papa Giovanni di Reggio Emilia).

 

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Ma se fosse amor…
(Cronaca teatrale di Narciso)

Gruppo Teatro Fragile

 

Con: Sabina Ballerini, Francesca Busi, Luisa Limonta, Silvia Sonzogni – Costumi: Giusi Piazza – assistente alla regia: Pierangela Cattaneo – testo e regia: Carlo D’Addato

 

Si dice che l’immensità espressiva dei classici derivi dalla loro capacità di comunicare qualcosa di profondo e rivelatore in ogni tempo. Ebbene, questa ricognizione nella mitologia greca, dove abbiamo incontrato Narciso, certo, ma anche altri personaggi sulle cui gesta si è fondata buona parte della cultura occidentale: Tiresia, Nemesi, Zeus, Era, Eco, Liriope, ecc., sembra proprio confermare l’universalità feconda del loro messaggio.

Con rigore filologico ne abbiamo così ricostruito le vicende che si raccontano nello spettacolo - un’occasione di (re)incontro con essi -, ma abbiamo anche lasciato fluire la fantasia delle nostre parole, corpi e oggetti quando l’evocazione ha iniziato a generare stimoli di riflessione e confronto con il nostro vissuto e il tempo incerto che viviamo.

Un sentiero impervio tra la parete rocciosa della tradizione e il dirupo della creatività, che abbiamo percorso anche con fatica e incertezze.

Per noi ne è valsa la pena e, crediamo, lo stesso possano dire coloro che vi assisteranno.

 

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Com’è nato il giullare?

Maurizio Giordo

 

Spettacolo di e con Maurizio Giordo - Giullarata in portotorrese e italiano liberamente ispirata da “Nascita del giullare” di Dario Fo

 

Ajó jenti! Accudiddi, accudiddi... 

forza, venite gente! Accorrete 

che c’é il giullare, imbrigheddibi 

chi v’é un buffoni... 

chi brinca, badda, vi vazzi ridí!

 

Un giullare, Mauriziello da Turris, irrompe sulla piazza, attira la gente a gran voce, saltando,

suonando…

Egli racconta alla gente che prima di diventare giullare era un contadino.

Aveva

della terra, ma un padrone voleva portargliela via.

In suo aiuto arriva Cristo, gli dona la parola e lo trasforma in giullare per andare tra la gente e raccontare la sua storia, toccando temi

come la forza di volontà, l’ingiustizia, l’amore, la solidarietà.

 

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La locanda del bèch

Commedia brillante in tre atti di G. Radavelli

 I Alegher di Urgnano

 

Regia di Gianluigi Radavelli

 

L’eredità divisa in tre parti tra lui, la sorella Maria e il fratello di latte Bigio, rovina l’esistenza a Berto  il quale si infiamma ogni volta che si tocca questo discorso.

 L’astio è così forte che praticamente i due non si rivolgono la parola e cercano sempre di evitarsi.

Le loro mogli Bepina e Teresì sono invece molto amiche ed hanno provato più volte a far riconciliare i mariti ma senza successo.

La scomparsa della sorella Maria, emigrata in America, ed il mantenimento della vigna col casale, che questa ha ereditato, crea ulteriori tensioni tra i fratellastri.

Chissà cosa succederebbe poi se Berto e Bigio venissero a sapere che le mogli li tengono all’oscuro della relazione tra i rispettivi figli Angiolèta e Gioanì, che hanno un grande sogno da realizzare non appena questi terminerà gli studi.

Nel cortile della sua locanda del Bèch (che deve la fama alle storie di tradimenti dei fondatori) Giacomo partecipa alle vicende di queste famiglie mantenendo imparzialità e... discrezione.

Quando Bigio e Berto vengono raggirati da un fantomatico dottor Berretti, docente universitario di veterinaria, per orgoglio e testardaggine nascondono il fatto anche ai familiari, almeno fino a quando non si rendono conto del pericolo che stanno correndo.

A questo punto la disperazione riunifica i due allevatori i quali cercheranno di togliersi dai guai grazie all’aiuto di Gioanì e di Rosemary, una misteriosa ed affascinante fotografa straniera ospite della Locanda; ma a quale prezzo?

 

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Parada

Faber Teater

 

con Arianna Curcio, Francesco Micca, Lodovico Bordignon, Lucia Giordano, Marco Andorno, Orso Maria Piavento, Paola Bordignon, Sebastiano Amadio - regia e drammaturgia Aldo Pasquero Giuseppe Morrone -musiche, costumi, oggetti, trampoli, bandiere, maschere Faber Teater

 

 E così, via si parte in strada in PARADA. Spettacolo itinerante di teatro e musica di strada, sulla strada. Parada vede in scena due bande: i PICCOLI attori-musici e i GIGANTI attori-trampolieri. Azioni teatrali, danze, coreografie li uniscono e li separano. Alti e Bassi giocano tra loro, con gli spettatori e con gli ignari passanti. Si incontrano, si avvicinano, si studiano, mostrano le proprie abilità e cominciano così un gioco che li porta a ballare insieme, a sfidarsi, a battersi in duello. A volte vincono i GIGANTI, a volte i PICCOLI. E se i GIGANTI vengono atterrati? Sono i PICCOLI ad aiutarli a rialzarsi... E c’è la festa, il ballo, la costruzione di un “teatro nel teatro” in cui insieme si esibiscono, in cui coreografie aeree e terrene trascinano il pubblico.
“Quando il tempo urge da presso e le imprese sono finite”, i PICCOLI e i GIGANTI mostrano il loro vero volto e cantando lasciano al pubblico una canzone da portare a casa.

Due fisarmoniche, percussioni, violino, tromba e voci grottescamente deformate dai kazoo creano un universo sonoro evocativo e trascinante.

Tra romanze, marce celebri,
citazioni di fi lm western e pezzi originali la musica diventa vera scintilla vitale dello spettacolo. Le maschere fortemente espressive, liberamente ispirate alle maschere balinesi, accendono e valorizzano il lavoro attoriale; come i sorprendenti costumi, nati dalla ri-creazione di giacche, cravatte, pantaloni, centrini e cerniere.
Trampoli, costumi, maschere, musiche, oggetti, coreografie... tutto artigianato made in Faber Teater.

 

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Solo gli ingenui muoiono d’amore

César Brie

 

testo, regia ed interpretazione César Brie

Un’opera incentrata sull’amore, sull’amicizia, sulla tragedia. Un uomo veglia l’abito di un morto mentre attende i parenti e gli amici che arriveranno a dare l’ultimo commiato alla salma.

L’uomo ricorda l’infanzia del morto, i suoi amici, sua madre e suo padre, la sua educazione sessuale, la sua iniziazione nella politica, le sue sventure d’amore, le sue ossessioni artistiche. Mentre ricorda , l’uomo si veste con l’abito del morto.

Nessuno arriva. Verso la fine, l’uomo rivela la sua identità: è lui il morto, così solo, che deve vegliare se stesso. Carica il suo bagaglio di ricordi, d’amore, di idee e si avvia verso il forno crematorio che ridurrà in cenere e fumo le memorie della sua esistenza.

Grande metafora della condizione dell’artista, ma anche dell’uomo sudamericano e delle prospettive politiche del continente, il racconto si sviluppa in modo personale, con grande forza satirica e grazia.

 

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Cuore

di Edmondo De Amicis

Teatro Due Mondi

 

drammaturgia Gigi Bertoni - con Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Renato Valmori - direzione musicale Antonella Talamonti - consulenza alle scene e costumi Lucia Baldini - progetto luci Marcello D’Agostino - foto Stefano Tedioli - progetto grafico Marilena Benini - video Sunset Soc. Coop - regia Alberto Grilli

 

 Un amico mi ha detto: perché non rileggi Cuore, perché non ne fate uno spettacolo per ragazzi?

L’ho fatto ed è cominciato un viaggio nella memoria guidato dalle parole di un testo che ho scoperto aver letto e riletto, da ragazzo.

Sono riaffiorate emozioni e paesaggi, personaggi e parole che mi hanno cresciuto. La classe di quella lontana Scuola ha riaperto le porte a un mondo di studenti e insegnanti e ha fatto irruzione nel nostro teatro. Così inizia lo spettacolo: ragazzi al ritmo dell’Inno di Garibaldi entrano in classe e comincia il racconto dell’anno scolastico, riassunto ovviamente in un’ora di emozioni rivissute e ritrovate. Per incanto è come se tutti noi, sia quelli che hanno letto Cuore sia quelli che non l’hanno fatto, già conoscessimo i ragazzi della classe, i piccoli eroi dei racconti mensili, i padri e le madri, i maestri e le maestre.

Abbiamo voluto muoverci per scarti e improvvise deviazioni, immergerci nella storia italiana e scoprirci attori nel presente, vivere una forte commozione e poi ridere del gioco crudele dell’infanzia, sentirci italiani e nello stesso modo riconoscerci cittadini del mondo.

Abbiamo anche voluto i protagonisti del libro, i compagni di quella lontana classe del 1881, al lavoro con noi. Così abbiamo costruito i pupazzi che ci fanno compagnia, ragazzi di pezza che come le bambole dei giochi continuamente si trasformano e prendono vita. Sono innocenti simboli dell’infanzia senza volto, ma ricordano a noi adulti che abbiamo il compito di dare valori, sogni e futuro alle nuove generazioni.

Abbiamo il compito di disegnare sorrisi, commozione e stupore su quei visi. Vogliamo poter uscire dal teatro convinti che tutto si possa, che non ci si deve arrendere alla perdita di valori importanti e da troppo tempo dimenticati. Vogliamo, con la poesia della scena, dare il coraggio per affrontare quella poesia crudele e vivida che è la vita..

 

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